«Scrissi la prima poesia quando ancora ci trovavamo nel nostro nascondiglio, nella parte polacca di Varsavia. È rimasta là. Quando il campo [di concentramento] fu ridotto, cosi come il numero dei bambini, ripresi a comporre poesie. Scrivevo la prima stesura su un’asse che avevo staccato dal mio tavolaccio e la ricopiavo sul taccuino solo quando mi soddisfaceva completamente». Rinchiuso a Bergen-Belsen, il giovanissimo ebreo polacco Jurek OrΠowski affidò alla poesia le proprie angosce di tredicenne colpito dalla barbarie nazista. Nel 2005 lo stesso autore, divenuto nel frattempo Uri Orlev, ha tradotto queste liriche in ebraico. È una testimonianza pura, reale, la voce autentica di un bambino nella Shoah. Traduzione italiana con originale ebraico a fronte e riproduzione del taccuino in polacco.
- Uri Orlev, avere 13 anni nel campo di concentramento - Marianna Abbate - ChronicaLibri
- Nell'orrore del lager il piccolo Jurek trovò la sua voce - Bianca Garavelli - Avvenire
- La storia del poeta Uri Orlev - Ottavio Rossani - Corriere della sera
- Se ci aiuta un giusto silenzio - Giulio Busi - Il Sole24ore
- Il poeta bambino a Bergen-Belsen - Ossi di Lager scritti a tredici anni - Maurizio Cucchi - TTL La Stampa
- La vita soltanto è pronta ad ingannare - Stefano Raimondi - Pulp
- Uri Orlev, Poesi scritte a 13 anni a Bergen-Belsen - Renzo Ricchi - Nuova antologia aprile-giugno 13