«Se avessi potuto dimenticare totalmente il passato, forse avrei potuto vivere come gli altri, essere felice di ciò che ho, e non pensare a ciò che non ho più. Non ho fotografie dei miei genitori, non ho la loro ultima lettera; non ho tomba dove raccogliermi. Un solo documento "Scomparsi... Auschwitz 1943"». Così si esprime uno di coloro che hanno accettato di incontrarsi con Claudine Vegh. Sono tutti orfani ebrei i cui genitori sono morti nei campi di sterminio. Trentacinque anni dopo acconsentono a parlarne. A quell'epoca avevano fra i cinque e i tredici anni; ancora oggi hanno l'impressione di vivere «per caso». La stella gialla, la separazione brutale, i nascondigli, la mutilazione della loro identità, la lotta per la sopravvivenza, il contatto con ambienti sconosciuti, ostili o protettivi, i sentimenti ambivalenti verso gli scomparsi e, soprattutto, la speranza insensata di vederli tornare, nonché‚ il tentativo, in seguito, di tagliare ogni legame con questo passato e di reinserirsi nella società ecco ciò che svelano questi colloqui, ecco ciò che è rimasto nascosto nella vita di questi figli di deportati, per i quali, come dice Bruno Bettelheim nella postfazione, il lutto si è rivelato impossibile. E trentacinque anni dopo è sempre il solito lamento: «Non gli ho detto arrivederci».

Non gli ho detto arrivederci
Claudine Vegh
Prezzo libro: 10,33 € 9,81 € - 5%
Traduzione: Daniel Vogelmann
Postfazione: Bruno Bettelheim
Sottotitolo: I figli dei deportati parlano
Numero: 2
Numero riedizioni: 2
Pagine: 162
Legatura: brossura
Anno di edizione: 1981
ISBN: 88-85943-04-7
Postfazione: Bruno Bettelheim
Sottotitolo: I figli dei deportati parlano
Numero: 2
Numero riedizioni: 2
Pagine: 162
Legatura: brossura
Anno di edizione: 1981
ISBN: 88-85943-04-7
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