Nelly Sachs nasce a Berlino nel 1891. Fin da molto giovane, scrive poesie, racconti e pièces per il teatro di marionette, opere che poi rinnegherà completamente nella seconda parte della sua vita. Con la madre la Sachs arriva a Stoccolma, grazie alla scrittrice svedese Selma Lagerlöf, nel maggio del 1940, con uno degli ultimi aerei da Berlino. Sarà l’inizio di trenta anni di esilio nel corso dei quali nasce un’opera lirica tra le più alte del Novecento, il cui tema centrale è la sopravvivenza allo sterminio degli ebrei d’Europa. In den Wohnungen des Todes, Negli appartamenti della morte (qui nella prima traduzione italiana completa), sancisce per lei, cinquantaduenne, la rinascita poetica nel nome di chi non può più parlare. A partire dal 1954 una relazione di stima e profonda amicizia la lega a Paul Celan che si adopererà per farla conoscere al pubblico. Nel 1966 Nelly Sachs vince il premio Nobel. Muore a Stoccolma nel 1970. Per Giuntina sono usciti le Lettere dalla notte (2015) e il carteggio con Paul Celan Corrispondenza (2017).
- L'arca dell'istante - Marco Ercolani - Doppiozero
- Sachs prima di Celan - Massimo Palma - Le parole e le cose
- Nelly Sachs e i morti, un dialogo vitale - Vito Punzi - Avvenire
- La notte di Nelly Sachs ci illumina ancora - Davide Brullo - Il Giornale
- Canti per quelli che vanno verso l'alto - Roberto Galaverni - Corriere della Sera
- Un corpus poetico che rinnova la memoria dello sterminio ebraico - Paola Quadrelli - Ytali