Per questo monologo, scritto per il teatro ma che ha l'autonomia del racconto, il drammaturgo israeliano Daniel Horowitz si è basato su una commedia di Patia (Gabriel) Dagan «e su tante storie che durante otto anni di amicizia ho ascoltato dai suoi racconti. Storie sulla sua vita e la sua esperienza durante la seconda guerra mondiale e di quello che gli accadde subito dopo la guerra. Patia era stato a Theresienstadt (Terezin), Auschwitz e altri campi di concentramento. Aveva attraversato quasi tutti gli stadi della disumanizzazione. Ma il punto centrale dei suoi ricordi e delle sue storie erano sempre i dettagli, soprattutto i più piccoli, e la maggior parte di essi riguardavano cose che erano successe dopo la liberazione. L'incontro col mondo "dopo", con quelle persone (come noi) che "laggiù" non c'erano state, era sempre al centro dei suoi pensieri. Quando dico che i dettagli erano sempre centrali voglio dire che presentava sempre un punto di vista speciale. "Quando ci portarono ad Auschwitz ci hanno tolto tutto, tutto. Dalla testa ai piedi. Niente capelli. Niente. Non avevo neanche una tasca. Puoi immaginare" mi disse "come può essere stare quattro anni senza una tasca? Neanche una piccola tasca"».

Lo zio Arturo
Daniel Horowitz
Prezzo libro: 3,61 € 3,42 € - 5%
Introduzione: D. Horowitz; M._Marino
Traduzione: Claudia Della Seta
Numero: 65
Pagine: 36
Legatura: brossura
Anno di edizione: 1997
ISBN: 88-8057-051-X
Traduzione: Claudia Della Seta
Numero: 65
Pagine: 36
Legatura: brossura
Anno di edizione: 1997
ISBN: 88-8057-051-X
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