Uno sguardo superficiale alle opere di Gershom Scholem (1897-1982) e Leo Strauss (1899-1973) condurrebbe alla conclusione che non esiste uno stretto rapporto tra i due autori: infatti, che cosa potrebbero avere in comune lo storico delle religioni studioso della Kabbalah e il filosofo della politica che ha elaborato la teoria della scrittura reticente? In verità, Scholem e Strauss - nati in una Germania che si sarebbe avviata alle tragedie delle guerre mondiali e del nazismo - hanno condiviso molte vicende e inquietudini, simbolicamente rappresentate da tre città: Berlino (la modernità), Atene (la filosofia), Gerusalemme (l'ebraismo). Pensatori originali ed eterodossi, sempre sulla frontiera tra filosofia e religione, tra storia e politica, le lore lettere - che testimoniano un'amicizia e uno scambio intellettuale attraverso cui diventano leggibili molte vicende che hanno caratterizzato il Novecento - parlano in un "esilio" che non è solo politico o sociale, ma intrinseco alla condizione dell'uomo moderno che vive nell'epoca "del non più e del non ancora".
- Ebraismo e Politica - Franco Volpi - La Repubblica
- Esilio come categoria dello spirito - Tommaso Ercolani - Recensionidistoria.net
- Gli esili di Scholem e Strauss - Stefano Jesurum - Il Corriere della Sera
- Gershom e Leo in esilio - Giulio Busi - Il Sole24ore
- Ragionando su Atene, Gerusalemme, Berlino - Renato Cristin - Mobydick