«Si può scrivere per la fama, e si può scrivere per l’Arte. Si può scrivere per la scienza o per dar voce allo spirito. Si scrive per affermare di esistere o per un bisogno istintivo di comunicare. Ogni scrittura ha un suo motivo, e in ogni scrittura c’è dell’autobiografia, di contenuti o di stile. Ma si può scrivere anche a nome di qualcun altro, per rispondere all’aspettativa di chi mai ha avuto l’ardire di esprimersi, per appagare un bisogno da anni represso, per rispondere con imperdonabile ritardo alla frustrazione di coloro ai quali la storia non ha dato una voce. O hanno scelto loro sponte di non avere una voce, per pudore, per codardia, per non rinnovare il dolore, o per semplice umana vergogna. Si può scrivere, allora, per giustificarsi, a sé e agli altri, e per saldare un debito con la propria storia, con la propria ascendenza, con la memoria dei propri cari, e con la propria coscienza».
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