La politica, ovvero la possibilità di dispiegarsi della vita activa all’interno della sfera pubblica, è l’oggetto fondamentale del pensiero di Hannah Arendt. Attraverso le figure di Heinrich Heine, Bernard Lazare, Charlie Chaplin e Franz Kafka, L’ebreo come paria (1944) ricostruisce i percorsi che trasformarono l’esclusione dell’ebraicità dallo spazio pubblico in una creatività culturale irripetibile, capace, a sua volta, di retroagire sulla scena, interdetta all’ebreo, della polis. La «tradizione nascosta» di quegli ebrei che preferirono restare degli emarginati, ovverosia dei paria, piuttosto che diventare degli assimilati parvenus, destinata a essere distrutta dai totalitarismi novecenteschi, viene qui riscoperta da un’interprete d’eccezione. Prima edizione italiana integrale.
- Lo sguardo (deformante) di Hannah Arendt sul popolo ebraico e sull’ebreo come paria nella società occidentale - Ugo Volli - mosaico-cem.it
- L’ebreo come paria - Gabriele Ottaviani - convenzionali.wordpress.com
- L'ebreo come paria. Una tradizione nascosta - Fernanda Rosso Chioso - L'indice
- Ebrei paria o parvenu, per la storia mai uomini - Riccardo De Benedetti - Avvenire
- Da Giuntina “L’ebreo come paria” di Hannah Arendt - Michele Lupo - alibionline