Freud pubblicò L’uomo Mosè e la religione monoteistica nel 1939, lo stesso anno della sua morte. L’Europa era afflitta dal nazismo, e le teorie che il padre della psicoanalisi esprimeva in quest’ultima opera sembrarono un attacco inopportuno ed esecrabile alle radici stesse dell’ebraismo. Per Freud, il monoteismo ebraico sarebbe una derivazione del culto del dio Aton, imposto dal faraone Ikhnaton nel XIV secolo a.e.v. e abolito dopo la sua morte. Mosè, forse un sacerdote egizio, avrebbe tentato di ripristinare questa eresia trasmettendo a un popolo semitico la fede in un unico dio e guidandolo lontano dalla schiavitù e dall’Egitto. Insofferente alla rigidità della nuova religione, il popolo liberato avrebbe ucciso il suo salvatore, e l’atto delittuoso e traumatico sarebbe poi stato rimosso. Lo storico Yosef H. Yerushalmi ripercorre il rapporto che Freud intratteneva con l’ebraismo per tentare di chiarire i motivi profondi che lo spinsero a cimentarsi nella scrittura di un testo così controverso e dirompente.
Il Mosè di Freud
Yosef Hayim Yerushalmi
Prezzo libro: 18 € 17,1 € - 5%
Prezzo ebook: 12,99 €
Traduzione: Gaspare Bona
Sottotitolo: Giudaismo terminabile e interminabile
Numero: 240
Pagine: 288
Anno di edizione: 2024
ISBN: 9788880579786
Sottotitolo: Giudaismo terminabile e interminabile
Numero: 240
Pagine: 288
Anno di edizione: 2024
ISBN: 9788880579786
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