Senza voler negare che il destinatario ideale, quello individuato consapevolmente dall'autrice, sia stata l'umanità pensante e in specie quella sua parte che si riconosce nell'eredità culturale del pensiero biblico, ebraico o cristiano, ci pare di poter intuire che nel profondo questa sia un'opera scritta dalla Susman innanzitutto per sé, per la propria coscienza di ebrea culturalmente nata e cresciuta, e a proprio perfetto agio, all'interno della cultura tedesca del Novecento. Quindi che queste pagine dolenti e azzardate costituiscano almeno in parte un esercizio di autopurificazione, una stazione di quello scorticamento, di quella autoamputazione dolorosa della parte tedesca di sé di cui parla il testo. Allora il problema terribile intorno a cui la Susman si affatica, l'insolubile nodo della teodicea esemplato in Giobbe (e in Auschwitz), diventa lo spazio logico e retorico di quella dissezione delle proprie coordinate culturali, e delle proprie certezze religiose, che è l'unica possibile premessa a un cammino di rinascita dell'autrice stessa come soggetto umano e come intellettuale. Gianfranco Bonola

Il Libro di Giobbe e il destino del popolo ebraico
Margarete Susman
Prezzo libro: 12,39 € 11,77 € - 5%
Traduzione: Gianfranco Bonola
Numero: 76
Pagine: 164
Legatura: brossura
Anno di edizione: 1999
ISBN: 88-8057-078-1
Numero: 76
Pagine: 164
Legatura: brossura
Anno di edizione: 1999
ISBN: 88-8057-078-1
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