Questo libro ha soprattutto il merito di denunciare un fatto che mi sembra fondamentale: che non è vero, come spesso si tende a dire o far credere, che tutto è finito con la Liberazione. Anzi, da un certo punto di vista, si potrebbe dire che tutto è cominciato con la Liberazione. Essere sopravvissuti ai campi non è stata piccola cosa, e non è stato certo piccolo il coraggio necessario per vivere dopo. Perchè io fra tanti mi sono salvato?Questa, fra molte, era la domanda che ossessionava i sopravvissuti; domanda a cui non c'era risposta. Come a quelle di Giobbe. Allora bisognava far finta di nulla, accettare le «scuse» e i discorsi degli altri: adesso siamo di nuovo fratelli. E tornare alla vita. Fare almeno un figlio, per dare un senso a questa nuova esistenza. E così noi, i figli, diventavamo, appena nati, simbolo di sopravvivenza e di rinascita. Per noi essere vivi non era qualcosa di scontato; la nostra esistenza doveva assolutamente avere un significato. Da qui forse il nostro immenso amore per la vita e le nostre grandi difficoltà di inserimento nel mondo. (dalla Prefazione di D. Vogelmann)

Figli dell’Olocausto
Helen Epstein
Traduzione: Daniel Vogelmann
Prefazione: Daniel Vogelmann
Numero: 5
Pagine: 344
Legatura: brossura
Anno di edizione: 1982
ISBN: 88-85943-00-4
Prefazione: Daniel Vogelmann
Numero: 5
Pagine: 344
Legatura: brossura
Anno di edizione: 1982
ISBN: 88-85943-00-4
Ricevi le nostre news
Registrati per ricevere le ultimi novità e promozioni esclusive.
- Iscriviti al nostro canale Telegram
Clicca qui - Iscriviti al nostro canale WhatsApp
Clicca qui - Se hai bisogno di supporto
Contattaci