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Schulim Vogelmann - Testimonianze

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  • Pro_Armenia

    Pro Armenia 

    AA.VV.

    Ho letto questo libro d’un fiato, imparando molte cose, commovendomi, partecipando, confrontando idee e sensazioni. Ho amato i personaggi che mi sfilavano davanti, seguito il procedere dei loro passi e dei loro pensieri, delle loro angoscianti esperienze, della loro risoluta volontà di testimoniare. Ma questo non è un romanzo: è una storia di armeni e di ebrei. Sono qui raccolte le parole, le descrizioni, le impressioni, il grido di dolore di alcuni degli ebrei che hanno seguito in prima persona il procedere del genocidio armeno, e hanno vissuto da vicino ... Vai alla scheda

  • Ricordi_della_casa_dei_morti_e_altri_scritti

    Ricordi della casa dei morti e altri scritti 

    Luciana Nissim

    Luciana Nissim nasce a Torino nel 1919 da una famiglia ebraica biellese. Laureata in medicina, fa parte del piccolo gruppo di giovani legati al Partito d'Azione che furono poi arrestati nel dicembre 1943 e deportati ad Auschwitz-Birkenau. Di quel gruppo solo Luciana e Primo Levi faranno ritorno. Dopo la guerra Luciana si specializza in pediatria e fonda l'asilo voluto a Ivrea da Adriano Olivetti. In seguito si trasferisce a Milano, dove studia con Cesare Musatti, diventando una figura importante nell'ambito della scuola psicoanalitica italiana. Muore a Milano nel ... Vai alla scheda

  • Forse_sogno_di_vivere

    Forse sogno di vivere 

    Ceija Stojka

    Reduce dalla deportazione ad Auschwitz e Ravensbrück perché Rom, l’undicenne Ceija Stojka giunse nel campo di concentramento di Bergen-Belsen al principio del 1945. Vi sarebbe rimasta – insieme alla madre e ad altri parenti – fino all’aprile dello stesso anno, quando il lager venne liberato dai soldati dell’esercito britannico. Di lì a poco poté intraprendere il lungo viaggio per tornare nella sua città, Vienna. Dopo oltre mezzo secolo, l’ormai settantenne Ceija Stojka ricorda i mesi trascorsi a Bergen-Belsen. Descrive senza enfasi la ... Vai alla scheda

  • Tagebuch

    Tagebuch 

    Liana Millu

    Si è di fronte a un testo eccezionale. Nell’autunno del 1944 l’autrice fu trasportata da Birkenau al campo di concentramento di Malchow nel Meclemburgo. Liberata nel maggio del 1945 trovò, in un fattoria abbandonata, un Tagebuch (diario) e una matita. Con quest’ultima riempì tutte le 112 facciate che aveva a disposizione. Lo fece in un arco di tempo che va da maggio al 1° settembre del 1945, giorno in cui varcò il confine italiano. La Millu era familiare con la scrittura. Prima delle leggi razziali aveva già collaborato con alcuni giornali. Le pagine del ...

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  • Anni_d’infanzia

    Anni d’infanzia 

    Jona Oberski

    «La sera la mamma mi domandò che cosa avevo fatto durante il giorno. Le raccontai che ero stato insieme ai ragazzi più grandi. Mi domandò se mi prendevano così senz'altro con loro e io le spiegai che ora sì, mi prendevano con loro, perché avevo superato al prova. Ero stato all'osservatorio. Lei mi domandò che cos'era, un osservatorio. Risposi che lo sapeva benissimo, che lì c'erano i cadaveri e che sapeva anche benissimo che mio padre era stato gettato sopra gli altri cadaveri e che non aveva neppure un lenzuolo e io avevo detto ai ...

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  • Il_fumo_di_Birkenau

    Il fumo di Birkenau 

    Liana Millu

    Il fumo di Birkenau di Liana Millu è fra le più intense testimonianze europee sul Lager femminile di Auschwitz-Birkenau: certamente la più toccante fra le testimonianze italiane. Consta di sei racconti, che tutti si snodano intorno agli aspetti più specificamente femminili della vita minimale e disperata delle prigioniere. La loro condizione era assai peggiore di quella degli uomini, e ciò per vari motivi: la minore resistenza fisica davanti ai lavori più pesanti e umilianti di quelli inflitti agli uomini; il tormento degli affetti familiari; la presenza ossessiva dei ...

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  • La_notte

    La notte 

    Elie Wiesel

    Ciò che affermo è che questa testimonianza, che viene dopo tante altre e che descrive un abominio del quale potremmo credere che nulla ci è ormai sconosciuto, è tuttavia differente, singolare, unica. (...) Il ragazzo che ci racconta qui la sua storia era un eletto di Dio. Non viveva dal risveglio della sua coscienza che per Dio, nutrito di Talmud, desideroso di essere iniziato alla Cabala, consacrato all'Eterno. Abbiamo mai pensato a questa conseguenza di un orrore meno visibile, meno impressionante di altri abomini, ma tuttavia la peggiore di tutte per noi che possediamo la fede: ...

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