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Schulim Vogelmann - Narrativa

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    Tutto ciò che ho amato  

    Aharon Appelfeld

    Tutto ciò che ho amato narra di amori difficili e amari, di tradimenti, gelosie e vendette, e delle ferite che lasciano nell'anima dei protagonisti. Paul è diviso fra i genitori divorziati e costantemente angosciato dal timore di perderli e diventare orfano. Dal padre pittore assorbe il tormento interiore del grande artista, mentre la madre gli insegna il gusto dell'amore e il dolore del tradimento. Solitario, è affascinato dalla vivacità della giovane ucraina che si prende cura di lui, ma sente anche l'anelito verso una religiosità che trascenda il confine fra ebraismo e cristianesimo. Paul, dapprima intimamente ... Vai alla scheda

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    Il viaggio  

    Ida Fink

    Autunno 1942. Una giovane ebrea polacca è costretta ad abbandonare, assieme alla sorella minore, il ghetto della sua città per sfuggire alle deportazioni naziste. Travestite da contadine e con documenti falsi, le due ragazzine si dirigono proprio verso il cuore del paese nemico; inizia così un viaggio che si trasforma in un estenuante esercizio di coraggio e di intelligenza: chiunque potrebbe essere un informatore, l'unica salvezza è cambiare di continuo identità. La loro destinazione è una fabbrica d'armi nella Ruhr, dove però ben presto devono affrontare la crudeltà e la cieca ignoranza delle compagne di lavoro, che ... Vai alla scheda

  • Storia_di_una_vita_

    Storia di una vita  

    Aharon Appelfeld

    La memoria custodisce ciò che sceglie di custodire. Come il sogno, anche la memoria cerca di attribuire agli eventi un qualche significato. Aharon Appelfeld in questo libro autobiografico accetta infine il confronto con la propria memoria. Impresa dolorosa che scortica l'anima perché la sua memoria nasconde l'esperienza di un'infanzia spezzata dall'orrore della storia, nasconde la solitudine di un bambino costretto a vagare da solo per mesi nei boschi con l'incubo di essere riconosciuto, nasconde il suo peregrinare per mezza Europa fino all'arrivo in Israele e il suo difficile inserimento in una nuova realtà. ... Vai alla scheda

  • L’amante_bigio

    L’amante bigio 

    Carl Friedman

    Tre racconti, un unico tema: l'amore. L'amore per un animale che viene a consolare l'immenso vuoto di una vecchiaia fatta di solitudine e abbandono. L'amore cieco di due genitori che impedisce loro di vedere la tragica trasformazione del figlio da normale ragazzo ebreo di provincia in fanatico integralista. L'amore di una figlia di fronte alla malattia e alla devastazione fisica della madre moribonda. Tre storie di grande intensità, frutto di una scrittura tesa, lucida, spesso impietosa, ma sempre "al femminile" per il costante contatto con la sfera delle emozioni. ... Vai alla scheda

  • Erbe_amare

    Erbe amare 

    Marga Minco

    "Posò il pacchetto sul tavolo e noi tutti l'osservammo incuriositi. Era legato con uno spago, e mio padre si mise pazientemente a scioglierne il nodo. Poi con gesti misurati cominciò a scartarlo. Erano le stelle." "Ne ho portate diverse per ciascuno di noi," disse "così le potrete cucire su tutti i capi d'abbigliamento". Mia madre ne prese in mano una e la osservò attentamente. "Vedrò se in casa ho del filo ...

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  • L’altro_padre

    L’altro padre 

    Chaja Polak

    <<"Dries" dicevo, non "papà", perché in silenzio veneravo il mio padre sconosciuto, lo studente Leo Mandel, scomparso nei campi di sterminio. Sulla mensola sopra al mio letto conservavo una vecchia scatola di latta in cui avevo riposto le sue fotografie, qualche cartolina e un dettato fatto a scuola. Non era rimasto molto di lui. [...] Per tutta l'infanzia, prima di addormentarmi ho sognato a occhi aperti il ritorno di Leo Mandel, il padre sconosciuto. [...] La mattina dopo, seduta a colazione di fronte a Dries che beveva il tè e in fretta e furia imburrava una fetta di pane, mi sentivo in colpa per le mie ... Vai alla scheda

  • Sonata_d&rsquo;estate_

    Sonata d’estate  

    Chaja Polak

    È possibile riprodurre le voci della natura servendosi di un violoncello? Erwin, un adolescente di origine ebraica - orfano di padre e con una madre egocentrica -, si cimenta in riva al mare nel trarre dalle corde del suo violoncello il fruscio dei cespugli secchi carezzati dal vento che si fonde al ritmico rifluire di una tranquilla risacca, il grido dei gabbiani e le vibrazioni del sole che splende. Lenisce così facendo il 'dolore' di crescere. Chaja Polak si cimenta in un compito altrettanto arduo, e cioè nell'immedesimarsi nel modo di sentire, nella solitudine, nel linguaggio e nei turbamenti di un adolescente, e ... Vai alla scheda

  • L&rsquo;altra_Israele

    L’altra Israele 

    Igal Sarna

    Leggendo questi racconti, chi pensa che Israele sia il luogo dove tutti gli ebrei sono forti e sicuri di sé entrerà in un mondo sconosciuto e per certi versi scioccante. Igal Sarna ama risalire all'origine delle storie che racconta, scavare, come uno psicanalista, alla ricerca delle motivazioni profonde, psicologiche che le hanno determinate per mettere a nudo quelle zone oscure e rimosse di una società moderna e dinamica ma profondamente contraddittoria quale è quella ... Vai alla scheda

  • Il_cantore_della_sinagoga

    Il cantore della sinagoga 

    Ben-Ami

    Questo è un libro insolito e, a suo modo, audace. È insolito, innanzitutto, perché appartiene ad un ambito letterario quasi ignoto, quello della letteratura ebraica in lingua russa, convenzionalmente definita russo-ebraica. Questo ramo periferico della letteratura russa si è sviluppato nella seconda metà dell'Ottocento e comprende opere di diverso genere (narrativa, pubblicistica, poesia ecc.). Per quasi un secolo, la letteratura russo-ebraica è stata quasi del tutto dimenticata e solo recentemente è tornata ad essere oggetto di graduale riscoperta e di studio. ...

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  • Come_siamo_fortunati

    Come siamo fortunati 

    Carl Friedman

    «`E quanto pane ti davano?' chiede Simon. Mio padre tiene la mano sopra il piatto e la scodella vuota e pizzica l'aria. C'è uno spazio piccolissimo tra il suo pollice e il suo indice. `Tanto così' dice `e all'ultimo anche di meno. Era fatto con farina mescolata a paglia e segatura'. `Segatura?'. Simon fa una smorfia. `Come quella di Jona?'. Jona è il nostro criceto. Ogni settimana Max mette un po' di segatura pulita sul fondo della sua gabbia. `Non capite' dice mio padre. Lui si alza, ma la razione di pane continua a librarsi sopra la tavola come ...

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