Rivista letta e conosciuta in Europa, Israele e Stati Uniti, "La Rassegna Mensile di Israel" è divenuta da tempo uno strumento indispensabile allo studioso della storia, del pensiero, della letteratura degli ebrei in Italia.
"La Rassegna Mensile di Israel" nasce nel 1925 e da allora, salvo per una interruzione dal 1939 al 1948 causata dalle leggi raziali prima, dagli eventi bellici poi, ha continuato la sua pubblicazione con lo scopo di rendere accessibili ai suoi lettori le problematiche religiose, politiche, sociali e storico-culturali dell'ebraismo, dando loro modo di conoscere anche i risultati delle nuove ricerche in ambito archeologico, letterario, artistico e scientifico. Diretta a lungo da Dante Lattes (che fu anche uno dei suoi fondatori), negli oltre settanta volumi sinora pubblicati ha raccolto articoli di personalità eminenti, sia italiane che straniere.
Questo numero, che completa il volume LXXIII, contiene una serie di studi su un particolare periodo della storia dell'ebraismo italiano, per la precisione quello che va dal Rinascimento agli inizi dell'emancipazione e che vede autori ebrei sempre più presenti con scritti in italiano, ma rimanendo pur sempre legati all'ebraico con opere filosofiche, teologiche e persino pastorali. I primi due articoli, quello di Angela Guidi e quello di James W. Nelson Navoa, si soffermano sull'opera di Yehudà Abravanel, meglio noto nel mondo cristiano come Leone Ebreo, e sui suoi Dialoghi d'amore, aprendo una porta verso il pensiero neoplatonico, visto da un'angolazione ebraica. Il saggio successivo, di Umberto Fortis, esamina l'evoluzione in campo culturale dell'élite ebraica da dopo la prima metà del Cinquecento all'inizio della seconda metà del Settecento, con autori quali 'Ovadjah Sforno che scriverà in ebraico 'Or 'amim (Luce dei popoli) e poi la versione latina, il Lumen Gentium; similmente un mistico e cabbalista eminente come Moshè Hayim Luzzatto non esiterà a pubblicare anche testi teatrali. Dello stesso periodo si occupa Andrea Yaakov Lattes studiando l'impatto di questa evoluzione sulla tradizione e sui sentimenti del rabbinato italiano e soffermandosi sull'atteggiamento di alcuni dei più eminenti Maestri dell'epoca, tra cui ad esempio Yisrael Moshè Hazan. Infine Asher Salah insiste con più precisione sul problema dell'identità e sui suoi riflessi sulla letteratura ebraica del periodo, ricordando gli stimoli culturali presenti nel mondo cristiano dell'epoca e confrontandoli con quanto affiora nelle élite ebraiche di quel tempo.
Oltre ad una serie di recensioni su volumi di recente pubblicati ed al consueto spoglio bibliografico delle più note riviste di argomento ebraico edite in Italia e all'estero, il numero è completato dalle relazioni su convegni internazionali: quello su Gli ebrei in Sardegna nel contesto Mediterraneo. La riflessione storiografica da Giovanni Spano ad oggi, tenuto a Cagliari nel novembre del 2008; quello sugli Aspetti di storia della medicina ebraica: la figura del medico-rabbino, tenuto a Roma nel settembre del 2008, e quello su Judezmo Lexicology and Lexicography (Lessicografia e Lessicologia del Giudeo Spagnolo), tenuto ad Amburgo nel settembre del 2009.