«E ogni anno , al momento di cantare 'Uno è il nostro Dio', Helena sospirava e in una sorta di controcanto chiedeva: "Perché non due? Perché non due?", e poi spiegava il significato di quella domanda: "Perché quello che abbiamo ha sbagliato, e non c'era un altro Dio che correggesse lo sbaglio". E in una tremenda afflizione aggiungeva: "Peccato, peccato che ce n'è uno solo e non di più"».
Un libro assolutamente nuovo sulla Shoah, di cui non si parla mai espressamente ma che affiora oscura e devastante solo attraverso le ferite e i fantasmi che ossessionano Helena. Una figura di donna che, indomita, riesce a trasformare l'esperienza del dolore in una visione del mondo libera da ogni sovrastruttura e condizionamento. Come se riuscisse a fissare l'essenza del bene e del male senza bruciarsi gli occhi e l'anima.
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- Lizzie Doron enfant de rescapés - Raphaëlle Rérollecapés - Le Monde
- My three homelands - Shiri Lev-Ari - Haaretz
- Il passato là e il presente qua - Marilia Piccone - Stradanove.net
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- Intervista a Lizzie Doron - Giorgia Greco - MEB
- Piangere e ridere - Anna Rolli - Quaderni radicali
- INTERVISTA A LIZZIE DORON - Anna Rolli - Agenzia Radicale
- Perché non sei venuta prima della guerra? - Ilaria Giannini - mangialibri.com
- Helena e la forza discreta della memoria - Valeria Parrella - Grazia