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Un rabbino tunisino nei ghetti del Regno di Sardegna 1818-1830

Giorgina Arian Levi, Davide Viterbo
Prezzo libro: 10 € 9,5 € - 5%

Prefazione: Deborah Kaye
Sottotitolo: Gli ebrei non lo gradiscono ma la corte lo protegge
Numero riedizioni: 0
Pagine: 89
Legatura: brossura
Anno di edizione: 2006
ISBN: 88-8057-273-3

Dopo la caduta di Napoleone le risorte monarchie imposero agli ebrei molte delle passate restrizioni. Nel 1818 Abraham Belaiss Naskar, un erudito rabbino, costretto a fuggire da Tunisi, sua città natale, probabilmente per atti di disonestà, arrivò nel Regno di Sardegna dopo peregrinazioni presso varie corti europee. Fu un personaggio stravagante, che con odi encomiastiche e comportamenti da cortigiano seppe conquistarsi il favore dei sovrani, ma suscitò la diffidenza degli abrei  piemontesi.  Parlava solo ebraico o arabo, ma Vittorio Emanuele I nel 1820 lo impose come rabbino a Nizza Marittima, con il sottinteso incarico di sorvegliare gli ebrei di quella città, sospettati di simpatie per le idee della Rivoluzione. Dopo anni di contrasti, nel 1826 fu costretto ad abbandonare Nizza. Rimasto in Piemonte fino al 1830, dopo soggiorni in Olanda e Francia si stabilì a Londra, dove morì ottantenne nel 1853.

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