La musica durante la Shoah ha significato talvolta salvezza per chi poteva suonarla nei campi; umiliazione e strazio per chi doveva ascoltarla in quel contesto di morte e crudeltà; musica fu composta in quegli anni per celebrare la retorica nazifascista; altra, da Mendelssohn a Schönberg, fu vietata e censurata come degenerata. In questo libro si racconta di come la musica, oggi, possa ricordare, insegnare e illustrare l’universo di sommersi e salvati della Shoah. Dieci anni di Concerti per la Memoria in un’istituzione pubblica, dove il racconto di storie e persone, vittime e Giusti, è stato accompagnato e guidato da brani musicali legati all’inferno concentrazionario (Terezín) o ad esso associati per analogie, affinità, contrasto e contrappunto. Il ruolo formativo e dialettico della musica, non solo la sua forza espressiva, viene qui sottolineato nel racconto di questi dieci anni di note e parole, con i testi, i documenti, i copioni dei concerti (con link alle migliori esecuzioni) e un preludio di scritti d’autore sulle varie declinazioni del concetto di memoria.
Con contributi di Alessandro Barbero, Saul Friedländer, Carlo Rovelli e altri scritti su musica, memoria e Shoah
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