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Il male radicale tra Kant e Lévinas

Francesca Nodari
Prezzo libro: 15 € 14,25 € - 5%

Numero riedizioni: 0
Pagine: 164
Legatura: brpssura
Anno di edizione: 2008
ISBN: 978-88-8057-299-2

Il libro indaga un lato inesplorato nella critica su Lévinas: il suo rapporto con la dottrina kantiana del male radicale. Se la relazione con Kant è già stata indagata, anche per le esplicite ascendenze rivendicate da Lévinas stesso, il nodo del male radicale può rappresentare il filo rosso per ripercorrere il cammino del filosofo ebreo di origine lituana.
Di qui la scelta di ricostruire innanzitutto i lineamenti della concezione kantiana, per poi analizzare le opere giovanili di Lévinas, le opere della maturità, per finire con i testi nei quali Lévinas discute de jure il nodo  del male radicale e delle forme da esso assunte dopo quella catastrofe della storia che va sotto il nome di Shoah. Come dire: l'intento ultimo di Lévinas non è stato forse di interrogare alcuni problemi kantiani (la critica alla metafisica razionalistica, il problema del rapporto tra fede e morale, la pensabilità del concetto di Dio) dopo Auschwitz?
Ma allora l'umano come si disegna in Lévinas non è una ritrascrizione del Giobbe kantiano, il giusto che dibatte con Dio e fa della storia il luogo comune dove la giustificazione di Dio (teodicea) fa tutt'uno con la giustificazione dell'umano (antropodicea)?

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