Ebrei in Libia

Mentre le popolazioni musulmane della Libia sono state fatte oggetto di pregevoli studi e ci sono abbastanza note sotto ogni riguardo, poca attenzione si dedica, in genere, a un non trascurabile elemento etnico delle nostre due colonie mediterranee: gli Ebrei. Chi siano, donde provengano e verso quali destini procedano; quale esistenza conducano questi uomini laboriosi e tranquilli, quando non stanno nelle loro bottegucce di piccoli artigiani e di modesti merciaioli o nei loro ben forniti magazzini di ricchi commercianti - l'unico sfondo che noi sappiamo immaginare alla loro attività - ; che cosa vi sia nelle loro anime oltre l'amor del guadagno - il marchio del quale ci compiacciamo bollare la razza - ; quali credenze e quali superstizioni ispirino la loro vita, intesa come un insieme di atti religiosi; quali inni si cantino, quali preci si mormorino e quali riti si celebrino nei loro tempî semplici e austeri, accanto ai quali passiamo incuriosi - quasi non valga la pena di soffermarci a osservare le manifestazioni religiose d'un popolo, quando non ci si offra per lo meno uno spettacolo di masticatori di vetro e di deglutitori di scorpioni - ; quali peculiarità li separino dai loro correligionari d'Oriente e d'Occidente; fino a qual punto abbiano assorbito le caratteristiche dell'ambiente indigeno e quanta parte siano per assimilarsi della civiltà europea: tutto questo, per lo più, ci è ignoto e non c'interessa. Per colmare questa lacuna nella conoscenza delle popolazioni da noi amministrate, ho intrapreso la traduzione di parte d'un lavoro inedito sugli Ebrei libici, redatto in ebraico da Mordekhai Cohen.