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Dante, Verona e la cultura ebraica

Giorgio Battistoni
Prezzo libro: 15 € 14,25 € - 5%

Pagine: 137
Legatura: brossura
Anno di edizione: 2004
ISBN: 88-8057-201-6

Il libro segue le tracce dei traduttori ebrei (soprattutto ebrei) che tra il XII e il XIV secolo gettarono un ponte tra la Spagna, la Provenza, la Germania, l'Italia di Federico II e la città di Verona che di lì a poco sarebbe diventata il rifugio e l'ostello di Dante. Questi precedenti a rendere credibile l'incontro tra il mondo cristiano e certe fonti (orali e scritte) di provenienza islamica ed ebraica accessibili nella Verona che fin dai tempi di Ezzelino III, genero di Federico II, si era distinta quale caposaldo dell'idea imperiale; idea che, sovrannazionale qual era, notoriamente si era giovata dell'apporto di intellettuali ebrei, cristiani e musulmani. Ospite della città scaligera, Dante, durante il dominio di Can Grande della Scala e a fianco del poeta Manoello Giudeo (che col mondo dei traduttori suoi correligionari aveva un rapporto diretto e privilegiato), col De Monarchia e la Commedia avrebbe messo a punto un criterio di giustizia atto a giudicare il comportamento di tutti gli uomini con la solare imparzialità imperiale. Alla luce di questa giustizia super partes, le tre religioni monoteistiche a risultar prospettiche al tre in uno esemplato in Natura dai Tre anelli (i cerchi dell'Equatore, della Eclittica e del Globo celesti) che tenevano insieme lo spazio nella cui profondità ed estensione aveva luogo il moto armonico delle stelle intorno al comune mozzo, ed altresì riflettenti, quelle «rote magne», la natura stessa del Dio unico, il quale, «esemplare» tre in uno in cielo e in terra, reggeva le sorti del «regno mortal» alla cui armonica convivenza erano chiamati a concorrere i figli migliori delle tre religioni del Monoteismo. Dunque, gli amanti di Sapienza e i Sapienti ebrei, cristiani e musulmani, latori di una verità terza rispetto alla dicotomia imperante tra la verità di fede e la verità di ragione, tra la verità fisica e la verità metafisica. Pertanto, a presentarsi a costoro (e con costoro a presentarsi) una terza via percorribile dall'uomo di scienza e di sapienza che avesse scavalcata la verità «nera o bianca»; «guelfa o ghibellina»; «loica o teologica»; «religiosa o non», optando per il giusto mezzo che tramite la Natura portava Dio all'uomo e nell'uomo e tramite la Natura avrebbe consentito all'uomo di tornare alle stelle e di indiarsi.

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