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Diaspora - Unione sovietica

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  • La_terza_guerra_mondiale

    La terza guerra mondiale 

    Margarita Khemlin

    Con uno sguardo ironico e affettuoso i racconti di Margarita Khemlin ci introducono nel mondo bizzarro e travagliato degli ebrei ucraini. Irrequieti e originali, i personaggi di questi racconti attraversano il Novecento in un equilibrio precario, quasi galleggiando con il loro bagaglio ebraico nel grande mare sovietico. Scettici e paurosi di ogni cambiamento, si misurano con le piccole vicende quotidiane come con i grandi eventi storici con il medesimo distacco e ironico sarcasmo, tratto del carattere che tuttavia non impedisce loro di fronteggiare la vita con passione e ...

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  • La_città_della_fortuna

    La città della fortuna 

    Elie Wiesel

    Perché Michael, sopravvissuto miracolosamente agli orrori della guerra, ha attraversato la cortina di ferro per rivedere la sua città natale? È quello che vorrebbero scoprire i poliziotti incaricati di estorcergli una confessione. Ma Michael, deciso a non cedere, si rifugia nella propria interiorità e come in un sogno ricostruisce il mondo scomparso della sua infanzia. In un viaggio ai limiti della follia, con commozione trattenuta e purezza, Michael ci narra le vicende della sua vita tormentata, ma al tempo stesso cerca faticosamente di ricomporre quel rapporto che aveva visto ...

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  • Ritratto_con_la_pallottola_nella_mascella

    Ritratto con la pallottola nella mascella 

    Hanna Krall

    «Sulla tomba di Dawid di Lelów, l’antenato di Andzia e Lina, ogni anno si ripete lo stesso colloquio:
    – Il nostro tzaddìk insegnava: “Non ti salverai se nonconoscerai te stesso e se non riconoscerai i tuoi errori”. Ricordatiche non è mai troppo tardi per ritornare a Dio, sia lodato il suo nome.
    – Qui non c’è stata salvezza, Rabbi. Qui non c’è stato posto per alcunDio – risponde ogni volta Chaim Środa, figlio di Josef il ...

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  • La_tempestosa_vita_di_Lazik

    La tempestosa vita di Lazik 

    Ilja Ehrenburg

    Unione Sovietica, primo e periglioso decennio postrivoluzionario. In una sperduta, "qualsiasi" Gomel, Lazik Reutschwanetz, rispettabile quanto minuscolo sarto per uomo, conduce una vita non felice (perché la compagna Geršanovic dai suoi dieci centimetri d'altezza in più ostinatamente gli si nega) e tuttavia libera, fino al giorno in cui imprudentemente si lascia scappare un sospiro davanti a un manifesto pubblico. Di qui alla prigione il passo è brevissimo. E così pure dalla prigione a una nomade esistenza da irregolare. Lazik, sballottato di paese in paese, passa ...

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