Fu Leo Levi a restituire a Oppido Lucano, terra di Basilicata, negli anni Sessanta del Novecento Giovanni-Ovadiah, figlio del nobile Drogone e di Maria, il quale in quella città era nato novecento anni prima (intorno al 1070 e.v.), e di là, a quel tempo roccaforte normanna, egli – prete cattolico che, seguendo l’esempio del vescovo di Bari, nel 1102 si era convertito all’ebraismo forse anche per una crisi spirituale indotta dalle notizie dei massacri di ebrei perpetrati dal fanatismo dei crociati – era partito verso le terre dell’Oriente per una straordinaria avventura di uomo, intellettuale e testimone della sua epoca. Sulla scorta di inequivocabili toponimi registrati dal proselito nelle sue memorie autografe, dopo aver localizzato il paese sopra una carta dell’Istituto Geografico, il Levi raggiunse quell’oscura località del nord della Lucania per raccontare ai suoi abitanti una storia davvero singolare. Alla storia del Levi, racconto della vita e delle avventure di un viaggiatore nelle terre del vicino Oriente (Aleppo, Bagdad, Damasco, Tiro, Fustat…), autore di una cronaca-autobiografia e di fogli contenenti i più antichi testi liturgici ebraici corredati di notazione musicale neumatica, credette Benedetto De Rosa, allora Sindaco di Oppido, e ciò portò al Convegno di Studi Antiche Civiltà Lucane, tenutosi nel 1970 proprio a Oppido e presieduto dal grande linguista Giacomo Devoto e i cui atti apparvero a cura di Pietro Borraro, Galatina 1975. La riscoperta delle fonti manoscritte relative ad Ovadiah era stata anch’essa una grande avventura. Iniziata dopo il ritrovamento di fine Ottocento e lo smembramento della Genizah del Cairo (Fustat, nei pressi del Cairo, fu il probabile terminus dei viaggi del Nostro), aveva avuto diversi protagonisti, tra gli altri: S.A. Wertheimer, E.N. Adler, J. Mann, S.D. Goitein, A. Scheiber, N. Golb ecc. Il desiderio di approfondire le conoscenze su questa affascinante figura, si concretizzò, in seguito a contatti con Norman Golb e altri studiosi, con la celebrazione nella primavera del 2004 del Convegno internazionale di Studi, di cui il presente volume pubblica gli Atti. Al congresso hanno preso parte illustri medievisti e storici della cultura ebraica, musicologi e musicisti (già artefici di registrazioni delle melodie ovadiane) provenienti da Israele, Stati Uniti, Germania e Italia, ai quali si deve un ritratto a tutto tondo della complessa personalità di Ovadiah. Il titolo Giovanni-Ovadiah da Oppido, proselito, viaggiatore e musicista dell’età normanna rende conto della natura misteriosa e multiforme di un pellegrino che inseguì fino in fondo il suo sogno, la sua utopia, di terra in terra, in cerca di quella patria che la fede gli prometteva. Il suo fu un difficile itinerario dello spirito e del corpo. Ma ne derivò un incontro insolito di Oriente e Occidente, un’integrazione su vari fronti, soprattutto per mezzo della musica.
Giovanni-Ovadiah da Oppido, proselito, viaggiatore e musicista dell’Età normanna
AA.VV.
Prezzo libro: 23 € 21,85 € - 5%
A cura di: Mauro Perani, Antonio De Rosa
Sottotitolo: Atti del convegno internazionale di Oppido Lucano 28-30 marzo 2004
Pagine: 312
Legatura: brossura
Anno di edizione: 2005
ISBN: 88-8057-236-9
Sottotitolo: Atti del convegno internazionale di Oppido Lucano 28-30 marzo 2004
Pagine: 312
Legatura: brossura
Anno di edizione: 2005
ISBN: 88-8057-236-9
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