Hannah Arendt
Hannah Arendt è nata il 14 ottobre 1906 a Linden, vicino ad Hannover, da genitori ebrei. Ha studiato filosofia con Martin Heidegger all'Università di Marburgo, conseguendo il dottorato nel 1929 con Karl Jaspers. Arrestata a Berlino nel 1933, fu costretta a emigrare prima a Parigi e poi, nel 1940, negli Stati Uniti. Tra il 1960 e il 1962 seguì, come corrispondente per The New Yorker, il processo al criminale nazista Adolf Eichmann a Gerusalemme. È morta il 4 dicembre 1975 a New York. Di lei, la Giuntina ha pubblicato Eichmann o la banalità del male (con Joachim Fest), L'angelo della storia (con Walter Benjamin) e L'ebreo come paria.
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L'angelo della storia
Hannah Arendt, Walter BenjaminChi fu Walter Benjamin? A questa domanda poteva forse dare risposta solo Hannah Arendt. Lo aveva conosciuto e frequentato a Parigi, negli anni d’esilio dalla Germania nazionalsocialista, prima che ponesse fine alla sua vita in Spagna nella fuga verso gli Stati Uniti, diventando un simbolo del tragico destino dell’ebraismo tedesco nel Novecento. Quando pubblicò un celebre saggio sull'amico nel 1968 – qui per la prima volta tradotto dalla versione originale tedesca – molte pagine erano dedicate alla biografia non già per ricercare motivi all’origine del suo pensiero, ...
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L'ebreo come paria
Hannah ArendtLa politica, ovvero la possibilità di dispiegarsi della vita activa all’interno della sfera pubblica, è l’oggetto fondamentale del pensiero di Hannah Arendt. Attraverso le figure di Heinrich Heine, Bernard Lazare, Charlie Chaplin e Franz Kafka, L’ebreo come paria (1944) ricostruisce i percorsi che trasformarono l’esclusione dell’ebraicità dallo spazio pubblico in una creatività culturale irripetibile, capace, a sua volta, di retroagire sulla scena, interdetta all’ebreo, della polis. La «tradizione nascosta» di quegli ...
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Eichmann o la banalità del male
Hannah Arendt, Joachim FestUna violenta polemica a livello internazionale avevano scatenato gli articoli sul processo svoltosi a Gerusalemme contro il criminale nazista Adolf Eichmann raccolti da Hannah Arendt nel suo celebre quanto controverso libro La banalità del male. Come poteva un semplice burocrate essere responsabile dello sterminio di milioni di persone? Come poteva il «male» essere definito «banale»? Per discutere e chiarire queste e altre inquietanti domande non c’era forse interlocutore più adatto che lo storico Joachim Fest, già noto per i suoi studi sui gerarchi del Terzo ...
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